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SymoXIII

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Radiohead Oasis Wonderwall Oasis (What's the Story Morning Glory)

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Created: 04/09/2010 at 12:42 PM Updated: 26/03/2018 at 12:56 AM

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Project: Jinsei - Chapter 23

 
Ma buongiorno, carissimissimi Infettati di Project: Jinsei! Come andiamo? Siete carichi? Lo spero! E se, invece, le forze vi mancano per colpa di questo tempo incerto oppure per impegni stressanti vari, allora spero proprio che questo 23° Capitolo del vostro romanzo a puntate preferito (perchè è il vostro romanzo a puntate preferito, vero?) vi rinfreschi quanto meno nello spirito e nell'animo. Dopo il capitolo scorso, abbiamo visto che i problemi per Silvia Braddock, Matthew Copperdale e compagnia bella continuano a precipitare vertiginosamente verso una situazione incontrollabile; l'omicidio di Helena Taylor sembra avere aperto le porta ad una serie di eventi e situazione che hanno generato caos...e quel che è peggio, ancora non si è avuto tempo per concentrarsi sull'indagine dell'omicidio della ragazza. Di male in peggio! Cosa gli attende ora? L'immagine che abbiamo scelto come copertina penso sia molto eloquente. Detto questo, non resta che farmi da parte come mio solito e lasciarvi alla lettura di questo nuovo Capitolo! Come sempre, Project: Jinsei potete trovarlo anche su Facebook, mipiacciate la pagina che vi sarà utile per sapere tutte le news a lui legate. Detto questo, ora mi eclisso, e Buona Lettura!

Project: Jinsei - Chapter 23 
- OH! Ma che cazzo c'hai adesso?
- Ho “te”. Ecco cos'ho... Mi hai veramente stancato. Hai superato ogni limite... OGNI.
- Non so di cosa cazzo stai parlando. Mi sa che sei un po' lunatico, amico. Un po' come le tipe quando c'hanno il mestruo.
- Si, si. Ridi, che ora ti faccio ingoiare io quel sorrisetto insopportabile.
- Si, si. E tu continua a fare minacce che non puoi realizzare, che adesso te la infilo io nel culo la porta che hai sfondato.
- FERMO ALESSANDRO! Che cazzo vuoi fare!?
- MATTHEW! SILVIA! Aiutatemi a fermare Symon! E' LUI che ha ucciso Helena!
- ...Io...COSA!? Cosa avrei fatto IO!?
- Non negarlo! Lo so che hai ucciso tu Helena...brutto bastardo psicopatico!!!
- Ma chi cazzo se la inculava quella stronza! E cos'è sta storia che è morta? Che droga prende questo tipo?!
- Alessandro. Adesso...calmati. Fai un beeeel respiro profondissimo. Che prove hai? So che tu e lui avete i vostri screzi, ma non è il momento di usare rivalità di ogni tipo per fare del male l'uno all'altro. Abbiamo già abbastanza problemi, non serve che se ne creino degli altri.
- Mi volete spiegare cosa cazzo succede!? E per dio, abbassate queste pistole, che cazzo! Sembra un film del fottuto Tarantino!
- Vuoi delle prove? Basta guardarti in giro e ne troverai quante ne vuoi! Per sua stessa ammissione, Symon ha eluso più e più volte la sorveglianza video per andare a prendere una prostituita e scoparsela qui in casa. Oppure giusto per uscire e fare chissà cosa.
- Schifoso infame pezzo di...
- Symon! Ma...come hai potuto!? Razza di incosciente! Hai idea di quello che hai fatto!? Qualcuno può averti visto! Potremmo essere tutti sotto un gigantesco mirino! Cazzo Symon, potremmo essere sotto i riflettori di un gigantesco e pericolo!!!
- E c'è dell'altro. Quando lo abbiamo scoperto, gli abbiamo fatto notare che la sua “scopamica” potesse essere una spia di qualche tipo del Consorzio. E lui...l'ha uccisa sotto i nostri occhi, seduta stante.
- ...COOOSAAA!? SYMON! MA COME CAZZO HAI POTUTO!?
- Un momento...vuoi dire che hai sentito l'urlo di Roberta, e non il colpo di pistola?
- Certo che l'ho sentito, ma credevo che vi stavate allenando con le pistole...l'avete fatto spesso ultimamente. Credevo che fosse semplice esercizio...
- Volevano una prova della mia buona fede, cosa potevo fare!?
- Gesù d'un cristo, c'erano altri metodi!...Argh, Symon! CRISTO! Cosa cazzo t'è saltato in testa!?
- Sarebbe un bellissimo e perfetto colpo di grazia sapere che la ferita è stata pure fatta da un killer professionista. Proverebbe che sei colpevole al 100%, pazzoide schifoso.
- Sei consapevole del fatto che pagherai tutti questi insulti con gli interessi, uh? Aspetta solo che ti trovi in giro per conto tuo. Senza testimoni...
- Non credo sia una buona idea per te fare accuse di questo genere, vista la situazione in cui ti trovi.
- Forse nemmeno voi avete idea della situazione in cui vi trovate...
- BASTA! State zitti per un. Solo. Cazzo. Di istante. ...Devo pensare.
 
Symon e Silvia hanno citato la situazione in cui tutti i presenti si trovavano, nelle loro minacce travestite da consiglio o annotazione. Ma che situazione era, alla fine dei conti? C'era solo un modo per descriverla: un disastro, un autentico disastro che rischiava di diventare qualcosa di peggio. Era un sassolino che si stava trasformando in valanga di dimensioni mastodontiche e che, nella sua cieca e furiosa discesa, stava per inghiottire chiunque si trovasse sulla sua strada. C'era il caos più totale e, in questa situazione, il gruppo si dimostrò per quello che era: male assortito, parecchio disfunzionale e tendente a nascondere segreti. Al di là della natura stessa della situazione, sulla quale si potevano fare tutti i paragoni possibili e immaginabili, la cosa importante è che stava sfuggendo di mano a chiunque: Roberta era in uno stato di shock emotivo preoccupante e Alexis era costretto a soffrire con lei, nel vederla vittima e preda di quello stato degradante e distruttivo, capace di offrirgli solo un sostegno morale...ma non un sostegno definitivo e determinante per la sua effettiva ripresa; Symon si trovava accusato di un crimine di cui sembrava colpevole, colpevolezza poi, ulteriormente sostenuta da una serie di prove che lo minacciavano come mille coltelli puntati alla gola...dove Alessandro era uno di quelli che teneva la corta e affilata lama bianca dalla parte del manico e che non vedeva l'ora di affondarla nella sua carne e provare la colpevolezza dell'odiato “coinquilino”; Silvia e Red Kiss, come Martina (la quale, anche lei, si stava riprendendo dallo shock), erano totalmente spaesate e seguivano la vicenda di cui erano protagoniste quasi come spettatrici inermi: se dovevano proprio fare un paragone al loro ruolo in questa vicenda, loro tre erano un ramoscello trasportato dal fiume, un ramoscello incapace di togliersi dalla corrente d'acqua. E Matthew? Matthew doveva essere la rete di salvataggio su cui ognuno di loro doveva cadere. Doveva farli sentire al sicuro, doveva essere la luce della ragione, l'autorità da ascoltare e mai discutere, doveva essere il leader, il capo, colui che fa fronte ad ogni difficoltà e trova una soluzione...doveva...avrebbe dovuto...ma aveva fallito. Di nuovo. Non voleva questo compito, non voleva questo peso, ma anche loro (come il suo superiore) l'avevano riconosciuto come naturale leader di questo imperfetto gruppo...e lui ci aveva provato, glielo doveva, almeno per la cieca fiducia che avevano riposto in lui...ma prima Claremont lo silura, e adesso si trova un membro della “squadra” morto e un probabile assassino che si nasconde tra gli altri membri: si sentiva nuovamente un fallito. Lo diceva lui che essere un capo e prendere delle decisioni portava troppa fatica; aveva una voglia matta di mollare...ma poi si ricordò di quelle sette anime che morirono per colpa del siero destinato a lui, quei sette agenti morti a causa della sua pigrizia: se non voleva farlo per il senso di fallimento che provava in questo momento, almeno doveva farlo per loro, per la vita che quei sette avevano dato per lui. Gli altri lo vedevano come l'eroe che aveva salvato loro dalle spire del Consorzio, e un eroe fa sempre e sopratutto quello che è meglio per gli altri, non per lui; non era un leader, non si sentiva tale (e, forse, mai si sarebbe sentito così)...ma era l'unica cosa che, al momento, somigliava ad un capo. Non si sarebbe fatto scornare dal caos della situazione, l'avrebbe tenuta per le corna e domata...e questo, richiedeva decisioni difficili.
 
Quando richiamò i presenti al silenzio, abbassò la pistola, voltò le spalle a Symon e mise le mani suo fianchi; fissava per terra e camminava in cerchio grattandosi dietro la nuca, pensando cosa fare, cercando ispirazione perdendosi nei suoi pensieri e ragionamenti. Non che potesse fare molto, ma il corso degli eventi aveva bisogno di prendersi una calmata e con tutto il susseguirsi di questi episodi aveva bisogno di rinfrescarsi la mente e pensare più lucidamente...quindi, fece l'unica cosa logica che poteva fare. Si voltò verso Silvia e vide che, dietro di lei, c'era anche Red Kiss; probabilmente gli aveva raggiunti quando lui e la Braddock era concentrati sul calmare Raso e Symon. Fortuna che era qui, perchè era la persona che proprio gli serviva.
 
- Red Kiss. I tuoi poteri ti consentono di manipolare il metallo?
- Dipende. Se è un qualcosa di piccolino, sicuro. Con qualche di più grande ci metto un po'.
- Molto bene. Allora, prendi le maniglie della porta che Alessandro ha sfondato, dobbiamo improvvisare delle manette.
- Per chi?
- Per te.
 
Avete presente quei mille pugnali che Symon si sentiva alla gola? Quella sensazione di essere in trappola e di non poter scappare da nessuna parte e accettare che, l'unica soluzione possibile, era andare incontro a tale tranello? Ecco, la trappola era appena scattata, e tutti quei figurativi pugnali si conficcarono nella schiena di Sullivan, riproducendo in viso l'espressione di colui che era appena stato tradito e (al tempo stesso) tramortito dalla decisione di Copperdale. Raso sfoggiò un'espressione di felicità indefinita, un sorriso ambiguo, che non si capiva bene qual'era la sua natura: era soddisfatto, la (secondo lui) giustizia stava trionfando...ma era innegabile che quel sorriso nascondesse una natura maligna.
 
- ...S-starai scherzando!? Credi davvero a questo imbecille!?
- Symon...ho le mani legate. Sul serio. Ci sono le prove, i testimoni e le attenuanti: uccidi le persone come i panettieri vendono il pane...è tutto contro di te, non posso farci niente.
- Tutto è contro di me un bel cazzo!!! Lasciami spiegare!
- Più tardi parleremo e indagheremo a fondo. Ma adesso, devo renderti inoffensivo e far in modo che tu non possa fare altri danni...e sopratutto devo tenerti lontano da Alessandro.
- Rendere inoffensivo? ME? Tsk, hai idea di chi hai di fronte?!
- Io si. Ma tu? Io e Silvia siamo buoni tiratori, Alessandro e Red Kiss hanno dei poteri...e tu sei da solo, disarmato e in una stanza piccola e senza sufficiente spazio di manovra. Sei un abile stratega, e sai anche tu che la resa è l'opzione migliore.
 
La faccia di Sullivan rappresentava la rabbia e l'amarezza più pura. Era in trappola e non aveva né il potere, né la minima possibilità di poter controllare la sua posizione e trovare uno spazio per ribaltare il tutto a suo favore, in modo di poterne uscire. “E' una fottuta congiura” pensava, e malediva in ogni lingua e con tutte le parolacce, imprecazioni e bestemmie che conosceva Alessandro Raso per averlo incastrato. Dopo Silvia Braddock, non aveva mai desiderato uccidere così tanto qualcuno...ma Copperdale aveva ragione: era nello svantaggio più totale e, uno di quei quattro, l'avrebbe ucciso se avesse tentato un qualsiasi tipo di contrattacco, magari sarebbe successo anche intenzionalmente, ma (sempre parlando di strategia) morire sarebbe stato un imperdonabile erroraccio tattico che non poteva permettersi; inoltre, Symon era stramaledettamente convinto della sua innocenza e pensò che il mondo più soddisfacente per farla pagare a Raso, era quella di dimostrare la sua innocenza, lasciando Matthew e gli altri liberi di fare le loro indaginid. Dimostrare che non centrava niente con la morte di una persona che non hai mai degnato di uno sguardo...e che, a momenti, non sapeva nemmeno che faccia aveva sarebbe stato il pareggiamento di conti perfetto. La sua rabbia tramutò in un sorriso di sufficienza, ma sempre accompagnato dalla lampante amarezza; alzò le braccia e poi le fece cadere a peso morto, come se con quel gesto avesse voluto dire “E va bene, visto che la mettete così”. Poi si avvicinò lentamente a Matt alzando le braccia in segno di resa, poi (quando arrivò davanti a lui) gli allungò le mani davanti al suo viso, unite e pronte per essere ammanettate. Copperdale ordiò a Red Kiss di procedere; le maniglie vennero avvolte dall'energia fucsia brillante che contraddistingueva ogni volta l'utilizzo dei suoi poteri e si sollevarono in aria. In queste settimane, la pornoattrice dai poteri telecinetici, aveva acquistato così tanta confidenza e padronanza con i suoi “doni” che, per certe cose, non aveva più bisogno di imporre le mani verso l'oggetto per sollevarlo...di fatti, le due copie gemelle dalla maniglia si alzarono a mezz'aria solo guardandole e vennero plasmate dalla rossa come un pizzaiolo modella la pasta per fare la pizza. Mentre Red manipolava gli oggetti di metallo, Copperdale gli spiegava come li voleva: il risultato furono due sottili funi di metallo e, una volta che la donna ottenne quanto voluto da Matthew, l'Agente della CIA girò Sullivan in modo da dare spalle al suo ex-collega e gli fece mettere la braccia distese dietro la schiena; le due mani, unite, arrivavano perfettamente ad appoggiarsi al sedere del mercenario. Una volta in questa posizione, la prima fune di metallo legò entrambe le mani da destra verso sinistra; la seconda fune, invece (dopo il secondo giro della prima) legò la congiunzione tra la mano destra sinistra. Erano un paio di manette di sicuro artigianali e improvvisate, ma da cui Symon Sullivan non si sarebbe di certo liberato. Red Kiss fece un gesto con la mano e presentò “l'opera” di sua creazione, come per parodiare le vallette del giochi televisivi quando presentano i premi in palio; per Copperdale fu come se fosse stata ferma e non avesse mosso un muscolo: non c'era spazio per la teatralità comica in questo momento.
 
- Bene. Un'altra cosa: quando peso puoi sollevare?
- Qualunque. C'è un limite solo se devo tenerlo sollevate per tanto tempo.
- E quanto peso puoi tener sollevato per più di una manciata di minuti?
- Mmmh...dai 50kg ai 80/85kg circa.
- Le misure del peso medio di una persona. ...Si, dovrebbe bastare. Ok, ecco cosa devi fare ora: solleverai Symon da terra e lo scorterai nella zona palestra tenendolo sempre sollevato dal suolo. Sollevato a mezz'aria e ammanettato, sarà praticamente impossibile reagire per lui. Lo terremo lì finchè non avremo ristabilito l'ordine in questo posto. Silvia, tu accompagnerai Red Kiss e la aiuterai a portare Symon dove ho appena detto.
- Certo.
- Sta dietro loro due e pistola alla mano.
- Lo so, non sono cretina, so come comportarmi.
- Si, ok, speriamo. Se vedete Martina, ditele che se si è ripresa abbiamo bisogno di lei. Deve fare la guardia a Symon.
- E se non si è ripresa? Non può pensarci qualcun'altro? Tipo Alexis?
- Alexis è ancora da Roberta, ed è meglio che stia li con lei. Ormai è l'unico che la conosce così bene e, dopo lo spavento che ha preso, non voglio che la sua condizione si aggravi ulteriormente. Anche se il suo aiuto potrebbe farci comodo, su questo hai ragione: voi andate, io e Alessandro andremo da lui.
 
Le ragazze annuirono e, dopo che Sullivan venne circondato dall'aurea fucsia, Red Kiss impose la mano destra su di lui e con la sinistra fece segno di alzarsi. E così fu: il corpo si librò nell'aria come una piuma trascinata dalla corrente d'aria. L'uomo chiamato Hush fu inizialmente stupito e, quando fu sollevato in un primo momento da una forza invisibile, cercò di dimenarsi in tutti i modi e scappare: sembrava di vedere un serpente che scappava dalle mani scivolose di un cacciatore umano; poi, però, la sensazione si essere sostenuti da una forza astratta si fece presto piacevole: sembra di essere tenuti in braccio da una persona che non poteva essere vista, e così si adagiò molto in fretta. Una volta stabilizzato “il prigioniero” e assicurato che non avrebbe potuto scappare, le due uscirono dalla stanza e si incamminarono verso il seminterrato. Alessandro seguì le donne ma venne fermato da Matthew che lo prese per il braccio, invitandolo a trattenersi ancora per qualche minuto.
 
- Fermo.
- Ma...non dobbiamo andare da Alexis?
- Creeremo solo danni, Roberta ha bisogno di stare con qualcuno che conosce e di cui si fida veramente. La nostra presenza creerebbe solo problemi.
- E allora hai detto loro un'altra cosa?
- Perchè ci sono delle domande che volevo farti in completa solitudine, sopratutto senza avere Red Kiss davanti.
- Che domande...?
- Questa, tanto per cominciare: in questo mese, dove avete passato il tempo tu e Red Kiss?
- ...Di che stai parlando?
- Oddio... Su avanti, non fare il finto tonto, non funziona...e sopratutto, non ne abbiamo bisogno adesso. C'è bisogno di onestà per risolvere questo casino e sarò io il primo ad essere onesto: non ci sto capendo un cazzo...una dei nostri è stata uccisa da quello che sembra essere stato uno di noi. Altre due dei nostri sono sclerati alla vista del cadavere e tu e Symon per poco non vi sbranavate a vicenda. E mi pare che pure con la rossa tua amica non vada poi tanto bene.
- Oh...hai sentito...
- Non ti meravigliare. C'era da stupirsi se non vi avessi sentito.
- Parla quello che ha totalmente ignorato uno sparo nel cuore del silenzio del mezzogiorno...
- ...Beh, touchè. In ogni caso, Symon sarà...quello che è, anche se prima non era così.
- Perchè stai sempre lì a scusarlo?!
- Non non sai com'era prima.
- Forse non lo sai nemmeno tu.
- Senti, non mi interessano i problemi che avete voi due! Quello che importa è che, anche se le circostanze sono contro di lui, anche se ci sono delle prove ad incastrarlo è altamente improbabile che sia lui il colpevole.
- Ma come fai ad esserne sicuro!? Quell'uomo è più animale lui di quanto Martina si trasforma in lupo!
- Pessimo paragone.
- E' vero...fai come se non avessi detto niente.
- Solo se dai più ascolto al tuo cervello, invece che al tuo rancore per lui! Non lo conoscerai a fondo, ma lo conosci quanto basta. Ti pare che uno come lui si sarebbe fatto beccare? 
- ...No, non credo. Ma anche tu devi essere il primo ad usare cervello e occhi: ci sono troppe coincidenze! Andiamo, i segnali sono lampanti e chiari!
- E' vero. Come è lampante che Symon non è l'unico ad avere una situazione poco chiara.
- Che vuoi dire?
- Quello che volevo dirti prima. Ognuno di noi s'è fatto un po' li affari suoi in queste quattro settimane, ma tutti sapevamo dov'erano tutti, escluso Symon...tu e Red Kiss.
- ...
- Nessuno di noi sa dove passavate il vostro tempo libero e nessuno di noi sapeva se lo passavate assieme oppure no. E non ti sembra curioso che, subito dopo la morte di Helena, tu abbia avuto una discussione con la persona che (casualmente) spariva quando sparivi tu? E poco tempo dopo, tu accusi Symon dopo un'altra vostra lite e un precedente omicidio? Chi mi dice che tu non abbia orchestrato tutto per una perversa vendetta contro di lui?
- Ma è assurdo! Come ti vengono certe conclusioni!? Ti sembro un tipo così sadico e machiavellico? Seguendo il tuo ragionamento potrebbe esser stato benissimo anche Alexis: i due suonavano assieme, chi può dire che i due non avessero dei conti in sospeso?
- Vedi che ci sei arrivato da solo? Una coincidenza c'è pure lui, e tu sai meglio di me che non può essere stato lui.
- E cosa ti fa credere che sia stato io?
- Perchè le prove a tuo sfavore...tuo e di Red Kiss, sono più forti di quelle contro Alexis.
- ...Stai andando fuori strada Matt...e di brutto anche.
- E allora aiutami e sii sincero, dannazione! Voi tutti mi avete eletto a vostro capo, a vostro leader...ma anche se ho la tua stessa schifezza che mi scorre nelle vene, non ho il potere di fare miracoli. Un buon leader è tale solo se la sua squadra è onesta con lui, onesta ed efficiente...
- ...
- Alessandro...aiutami, ti prego. Rimarrà fra noi, te lo prometto. So che sei una persona buona e giusta, e voi quanto me che il colpevole venga fuori.
- ...Ok.. Va bene. Mi hai convinto...e poi non riesco a mentire, è contro la mia natura. Ti dirò dove andavamo io e lei...ti dirò cosa facevamo io e Red Kiss. Anche se...m-mi vergogno un po' a dirlo...
 
Contemporaneamente alla discussione che stava avendo luogo nella stanza di Sullivan tra Matt e Raso, Red Kiss e Silvia Braddock riuscirono con successo a portare “il prigioniero” nella zona palestra dove la Braddock era solita spendere la maggior parte delle sue giornate. Luogo che, ora, sarebbe diventata una sorta di improvvisata prigione in cui il mercenario sarebbe stato recluso in qualche rocambolesca maniera, nel tentativo di calmare le acque e vederci più chiaro su questo improvviso giallo che si stava scatenando nella casa-rifugio della CIA; l'uomo chiamato Hush, durante il breve tragitto, non tentò nemmeno una volta di fuggire, o dimenarsi in qualche modo per vedere se poteva almeno liberarsi dalla presa telecinetica di Red Kiss, non provò nemmeno a fare qualche commento dei suoi giusto per non privarsi del gusto di far innervosire qualcuno. Più calmo di un neonato che stava dormendo, più tranquillo di un agnellino al pascolo...il che, visto il soggetto, era davvero preoccupante. La due, nel raggiungere la loro destinazione, passarono dal soggiorno confinante con la cucina, zona dove (pochissimo tempo prima) si era consumata un'altra tragedia: l'uccisione della prostituta da parte di Symon, zona in cui Martina si era stabilita dopo aver visto con i suoi occhi il cadavere di Helena Taylor; la Braddock abbandonò per qualche minuto il suo compito di fare da supervisore al “trasporto del prigioniero” per andare a comunicare alla McAdams il compito che Copperdale aveva per lei. Martina era bellamente svaccata sul divano del soggiorno, bevendo a piccoli sorsi a intervalli brevi ma sostenuti una bevanda che Silvia non riusciva bene ad identificare; si avvicinò per fare chiarezza e, sopratutto, per il suo aiuto nella faccenda.
 
- Ehi, Martina... Stai bene?
- Si e no.
- La somma delle due cose farebbe un “ni”.
- Non necessariamente. Non sto bene perchè in pochissimo tempo mi sono successe le peggio cose...il siero...gli esperimenti...e ora questo. Quello che ho visto oggi sarà un ricordo che mi tormenterà a vita...
 
Quando ci fu un momento di pausa, Silvia mise una mano sulla spalla alla ragazza, prima la accarezzò e poi le fece una pacca veloce e rapida in segno di comprensione e consolazione. Poi, si sedette vicino a lei.
 
- Io e te, abbiamo in comune più di quanto credi.
- Tu dici?
- Assolutamente. Io e te siamo due persone al quale non piace essere vittima degli eventi, siamo persone che devono reagire e trovare il coraggio di abbattere quel muro che ci impedisce di andare avanti.
- Il problema è trovare il coraggio.
- E' vero. Io penso alla mia vita...a quella prima di tutto questo, a quella vera, a quella che non mi costringeva a fare il giro del mondo per trovare un posto dove non volessero uccidermi nel sonno o trasformare il mio cranio in un vaso da notte. Penso alle nozze, a mio marito, a quanto eravamo felici.
- E questo ti da coraggio? Non capisco come potrebbe...
- Credo nelle speranza che un giorno potrò riassaporare tutto questo...e quindi, mi da il coraggio di fare certe cose, certe scelte. Ovviamente, è solo una parte dei miei pensieri. Gli altri che mi danno coraggio per fare le cose non sono così...”splendenti”.
- Comincio a credere che sia una balla del cazzo. Comincio a credere che, chiunque di noi, non potrà riassaporare la vita di prima.
- Forse hai ragione. Ma ho bisogno di crederci. E tu? Hai qualche ricordo felice? Un fidanzato?
- Ero sposata.
- Ma dai? E questo non dovrebbe essere un ricordo felice?
- Io e il mio...ex-marito, non andavamo molto d'accordo.
- Oh...
- Mi picchiava.
- Ugh. Che situazione orribile...
- Già. Ma ho risolto.
- Capisco. Mi dispiace Martina...vi siete separati?
- Diciamo di si.
- Spero che il dividerti da lui ti abbia appagato.
- Da leccarsi i baffi.
- Cosa?
- Niente.
- ...
- In ogni caso, hai ragione: il coraggio per andare avanti bisogna trovarlo da qualcosa o da qualche parte. Mi sono stancata di essere una vittima...perciò, siccome non sono stata così fortunata come te da avere dei bei ricordi da cui attingere coraggio, ho deciso di prendere la sua versione liquida.
- ...Cioè?
 
Martina prese il bicchiere e bevve tutto il contenuto, non lasciando più niente al suo interno. Poi lo porse a Silvia e questi annusò.
 
- Alcol?
- Scotch.
- Ubriacarti non ti farà sentire meglio.
- Forse hai ragione. Ma ho bisogno di crederci.
- Uno pari, palla al centro.
- Dimmi una cosa. Non sei mai stata 'sta gran chiacchierona, come mai mi hai parlato come se fossi mia sorella o la mia migliore amica?
- ...Non lo so. Forse, davanti a tutta questa morte, volevo ricordami cosa significava essere vivi...
- ...
- Ma abbiamo fatto troppa pausa. Ascoltami: Matthew ha bisogno di te.
- Per fare cosa?
- Sembra che sia stato Symon ad uccidere Helena.
- Perchè la cosa non mi sorprende?
- Già. Matthew vuole che con tu lo controlli.
- Ah, capisco, vuole un cane da guardia, non è così? Una dannato mastino dei Baskerville?
- Non credo intendesse questo.
- Non fa nulla. Va bene così. Lo considererò un allenamento per controllare meglio la bestiaccia... Attenzione, Fido in arrivo!
 
Dopo aver scoperto che Martina aveva alzato un po' il gomito, non ci fece caso all'esuberanza che la contraddistinse per tutta la conversazione, forse era lo Scotch che parlava per lei...al contrario, fece caso alla improvvisa apertura caratteriale che Silvia ebbe con la McAdams. La morte di Helena non avrebbe dovuto sconvolgerla tanto, in questi cinque anni in fuga dal Consorzio ne aveva viste di cotte e di crude...per non parlare poi del concentrato di avvenimenti degli ultimi mesi, di sicuro una notevole impennata a tutto il periodo precedente. Ma allora...perchè tutta questa voglia di parlare con qualcuno? Forse perchè, dopo tanto, non aveva fatto in tempo ad affezionarsi a questo luogo sicuro, a queste persone di cui poteva quasi fidarsi...che si è ritrovata un morto in casa...un morto che poteva esser stato ucciso solo da uno dei presenti; questo le aveva scatenato un senso di insicurezza che l'aveva portata nuovamente sulla difensiva, che l'aveva portata nuovamente a diffidare e avanzare coi le mani avanti e i piedi di piombo in ogni situazione. Sentiva su di sé una macabra nuvola del malaugurio che prometteva nuove morti e nuove disgrazie...e forse era vero quello che aveva detto a Martina: forse voleva un nuovo, vecchio, piccolo assaggio della vita precedente...prima di poter affrontare questa terribile sensazione d'angoscia. Ma forse si stava facendo delle paranoie per niente...ma, tuttavia, le paranoie l'hanno aiutata a sopravvivere per ora. Il suo profondo pensiero fu fermato da Martina che chiese in quale parte della casa doveva dirigersi; la Braddock rispose in quella che etichettarono come palestra e la donna si avviò. Silvia fissò il bicchiere e pensò di farsi un goccio per poter continuare, magari avrebbe aiutato...ma bere non era la bugia a cui Silvia Braddock amava credere. Si alzò e raggiunse l'Irlandese. Symon era già bello che si sistemato, appoggiato al muro in prospettiva all'entrata della palestra; Red Kiss suggerì di chiudere la porta e stare con Silvia a fare la guardia fuori dalla seminterrato, come se fossero una sorta di “jolly” da giocare in extremis nel caso l'uomo chiamato Hush avrebbe tentato la fuga...una sorta di “seconda linea”, mentre Martina sarebbe stata la “prima linea” e prima incaricata di fermare la sua corsa alla libertà. Ma a Symon, l'opzione “fuga” sembrava non interessare. La rossa e la Braddock chiusero la porta, lasciando i due soli nella palestra.
 
- E tu che ci fai qui?
- Mi hanno mandata a fare Cerbero.
- Perchè? Credi che possa scatenare l'inferno?
- Penso che sia un po' tardi per questo.
- Già. Ben detto.
- ...
- ...
- Silvia mi ha detto che sei stato tu ad uccidere Helena...
- E pensa un po' che coincidenza: l'hanno detto anche a me! Che fatti incredibili che si scoprono con il passaparola, eh?
- Sei stranamente tranquillo per uno accusato di omicidio. Fai quasi più paura di quanto sei incazzato.
- Non ho nulla da nascondere. Sono pulito. Tu piuttosto: anche tu sei stranamente tranquilla, per una che ha appena saputo che la sua “best friend forever” è stata freddata.
- In verità non abbiamo legato molto.
- Di sicuro eravate più culo e camicia voi due di quanto non lo fossimo io e lei.
- Tsk. Guarda, non saprei. Davvero.
- Ti stava sulle palle?
- Nononono! Nient'affatto. E' solo che...non mi sono mai sentita di disturbarla. Ognuno elabora il dolore a modo suo. Mi sembrava di...non so, mancarle di rispetto o cose simili.
- Perchè? Era malata?
- ...Ma dove hai vissuto finora? Era entrata in una profonda depressione a causa della morte di Conrad.
- ...?
- ...Il tizio infuocato di Los Angeles.
- Aaah...! Ma pensa.
- Essi.
- ....Quuuiindiii... Loro due...?
- Mmmmh...non lo so. Di sicuro si volevano molto bene.
- Capisco. ...Si, credo di capirla molto bene.
- ...
- ...
- ...
- ...Sai, non sarò Charles Xavier, ma non ho bisogno della telepatia per capire cosa vuoi chiedermi adesso. I tuoi occhi mi hanno già fatto quella domanda almeno dieci volte negli ultimi trenta secondi.
- E allora, siccome sai già cosa voglio chiederti, perchè non rispondi e basta?
- Sarebbe bello sentirla.
- ...E va bene. E' vero? Sei stato tu? Hai ucciso tu Helena Taylor?
- Nnnnnah. Nossignora. Te l'ho detto: sono innocente.
- E perchè pensano sia stato tu?
- Sfiga. A quanto il giochetto con la puttana di poco fa è stato sufficiente per farmi schizzare così in alto nella lista dei sospettati, da essere ammanettato e sorvegliato a vista. E tu?
- Io...cosa?
- L'hai uccisa tu?
- Stai scherzando? Cosa te lo fa credere?
- Che sei pure tu abbastanza tranquilla.
- ...E' che...ho visto il cadavere... Il suo... Non riuscivo più a riprendere il controllo e così...ho bevuto mezza bottiglia di Scotch. Giusto..”per farmi coraggio”, ecco.
- Quindi mi stai dicendo...che sei sbronza?!
- Oh, no! No no, quello no. Sono sobria. Mi ha solo aiutato a prendere il controllo di me stessa.
- Com'è possibile scolarsi mezza bottiglia di Scotch ed essere sobri?
- Il mio fattore rigenerante. I uno dei nostri primi giorni qui, una sera, io e Alessandro abbiamo deciso di...conoscerci meglio e abbiamo accompagnato la serata con alcol e vari salatini. Ok che lui non è uno che regge molto, però li ho scoperto che questo potere secondario di guarire da ogni tipo di ferita, a quanto pare elimina l'alcol dal mio corpo praticamente subito.
- Però. Sei l'incarnazione vivente del detto “fare il frocio con il culo degli altri”.
- Qualcosa di buono doveva venire fuori da questi poteri.
- Già. ...Quiiindiii...e tu e il cretino...?
- ...Non voglio parlarne.
- Ok sorella. Qualsiasi cosa sia successa, tanto è colpa sua, lo so.
- Mi spieghi perchè lo odi così tanto.
- ...Lo vuoi davvero sapere?
- ...Beh, si. Insomma, quando vuoi due siete nella stessa stanza sembra che esploda una bomba.
- ...Sai, da una parte non lo biasimo...ho fatto una cosa terribile...
- ...Che vuoi dire?
- ...
- ...Symon?
- Ho ucciso suo Padre.
 
 
CONTINUA...
 
Il Capitolo 20 sarà online Mercoledì 13 Agosto 2014 dalle ore 09:00
 
- Symo
Tags : Project: Jinsei, Il Fabbricante Di Storie
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#Posted on Wednesday, 09 July 2014 at 3:00 AM

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